sábado, 27 de outubro de 2007

De "Tracce d'Europa" -numero 8 ott/dic 2007)

Vedere: http://www.filidaquilone.it/

Sommario

La poesia di Vania Strle
a cura di Jolka Miliã

L'Europa obliqua di Jacques Darras
di Viviane Ciampi

Occorre una poesia europea?
di Alberto Casadei

Tracce d'Europa? Siamo ancora i primi della classe
di Armando Santarelli

Oltre i confini. Per conoscere l'Europa
di Ambra Laurenzi

Il mio Grande Nord
di Øyvind Nyborg Gregersen

Lettonia, terra verde
di Andrejs Zemdega

Il passeggero Walter Benjamin nell'Europa devastata del 1940
di Alessio Brandolini

Louise Dupré: la pienezza del dire
di Claudine Bertrand e Viviane Ciampi

Massimo Bontempelli. Il mito (o il successo dell'anonimo)
di Giorgio Galetto

L'albero dall'anima d'uccello: poesie di Mile Pe‰orda
a cura di Jolka Miliã

Emiliano Sbaraglia, I sogni e gli spari
di Alessio Brandolini

Trieste e l'Altra Europa
di Gabriella Musetti

Il dono. Frutti per l'Europa
racconto di Annarita Verzola

Il cuore del poeta. Sergio Corazzini (1886-1907)
di Magda Vigilante

Ruy Duarte de Carvalho, Le carte dell'inglese
di Alessio Brandolini

"Avvicinandomi al cuore del pozzo". Su Notizie dalla terra dei morti di Thomas Kinsella
di Chiara De Luca

L'Europa e Altiero Spinelli
di Emiliano Sbaraglia

Ferreira Gullar: poesia per umanizzare la storia
di Vera Lúcia de Oliveira

Viaggio occidentale. Dal mistero greco ai grattacieli di N.Y.
di Fabio Pierangeli

La poesia di Ángel Guinda
a cura di Pablo Luque Pinilla

António Gedeão
di Vera Lúcia de Oliveira

Mindfield - Campo mentale. La poesia di Gregory Corso
di Alessio Brandolini



Rubriche

L'ANGOLO DI ED
Europa
a cura di Giuseppe Ierolli

ASCOLTARE, UNA RUBRICA PER LE ORECCHIE
La scoperta dell'Europa, tra punk e storia
di Federico Platania

IL CINEMA A PAROLE
Le vite degli altri, di Florian Henckel von Donnersmarck
di Verónica Becerril

LA VOCE DELLA TERRA
Auguri!
di Elvio Cipollone



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FERREIRA GULLAR:


POESIA PER UMANIZZARE LA STORIA

di Vera Lúcia de Oliveira
(reproduzido aqui com a autorizaçãop da autora)

Ferreira Gullar, nome d'arte di José Ribamar Ferreira, è uno dei più significativi poeti brasiliani contemporanei. È nato a São Luís del Maranhão, nel Nordest del Brasile, il 10 settembre 1930. Primo di otto figli, ha un'infanzia ribelle di chi mal sopporta la rigida disciplina delle scuole di allora. Scopre presto la poesia, anzi - secondo quanto afferma - la poesia lo salva, impedendo che intraprenda la strada di tanti ragazzi difficili finiti nella strada. Pubblica il primo libro a soli diciannove anni, nel 1949, Um pouco acima do chão, e da allora non si ferma più. Poeta, giornalista e critico, ha dato alle stampe più di venti opere, fra poesia, teatro e saggistica. Fra i tanti premi ricevuti, uno dei più importanti è quello alla carriera, assegnatogli nel 2005 dall'Accademia Brasiliana di Lettere.

Intellettuale controcorrente, inquieto e versatile, per lui la letteratura è un mezzo per incidere sulla realtà. Ha cercato di captare nella poesia la forza e la vibrazione della vita e, in questa ricerca, egli compie un percorso che, dall'estetismo dell'avanguardia brasiliana degli anni '60, sfocia in un lirismo di forte denuncia delle ingiustizie sociali: non si tratta di poesia ideologica o politica, ma civile nel senso più alto del termine.
Questo impegno per cambiare la società lo porta, nel 1964, ad affiliarsi al Partito Comunista Brasiliano. In seguito, nel 1968, verrà arrestato insieme a tanti altri intellettuali e artisti, quali Caetano Veloso e Gilberto Gil. Sono gli anni più bui della dittatura brasiliana e il poeta si vede costretto all'esilio, dal 1971 al 1977, periodo in cui vivrà in diversi paesi dell'America Latina, quali Cile, Argentina e Perú.

Viaggia attraverso il continente e sente profondamente che l'assenza di libertà e la mancanza di rispetto per la vita e la dignità di milioni di uomini erano mali endemici in questa parte del mondo. Scrive allora, a Buenos Aires, Poema sujo, una delle sue opere più belle e struggenti, un poema fiume che irrompe dalla solitudine e dal dolore e che lo riportano alla terra natia, São Luís, alle strade, alle case, agli amici, al mondo che credeva perduto e che la memoria ricompone in un momento di precarietà della vita.
Rientrato in Brasile nel 1977, continua fino alla fine del regime dei generali, nel 1984, ad essere guardato a vista dalla polizia e dalla censura.
Vive ormai da molti decenni a Rio de Janeiro, città che sente sua e che è spesso sostanza e scenario di molti dei suoi testi, soprattutto negli ultimi libri.

Tematiche ricorrenti nella sua opera sono la riflessione sulla genesi della poesia e sulla corrosione del tempo che sottomette gli esseri al dolore e alla morte. È poeta concreto e metafisico, quotidiano ed esistenziale allo stesso tempo. La realtà lo sollecita e questa realtà è la sua materia poetica. Non può concepire la poesia avulsa dal contesto, la parola immateriale, la teoria asettica. La poesia deve uscire e impregnarsi di pioggia e sole, di fumo e rumori, di inquinamento e polvere di strade, case, palazzi e fabbriche. Ciononostante, la sua è una parola depurata ed essenziale, contraria ad ogni retorica, come lo è l'uomo e l'intellettuale. L'arte è una esperienza estetica e al poeta sono richieste, oltre che sensibilità, esperienza e maturità interiore, elaborazione e dominio del linguaggio. E Gullar plasma il linguaggio, lo rende vivo, agile e flessibile, capace di metamorfosi, capace di incorporare i ritmi e i registri più diversi, dal sublime al quotidiano e popolare.

In questi quasi sessant'anni di poesia Ferreira Gullar afferma di non aver mai scritto un verso che non avesse sentito come assolutamente necessario. Forse proprio questa sua carica di vitalità e schiettezza, nonché la qualità estetica della sua opera, hanno fatto di lui uno dei poeti brasiliani contemporanei più amati e letti, anche dai più giovani. Egli non si nega, non si sottrae alla vita e agli uomini del suo tempo: spigoloso e contundente, partecipa con generosità a conferenze e incontri in tutto il paese in cui ribadisce che la poesia è una forma di resistenza, sempre più necessaria, contro la massificazione che cancella le identità e riduce l'uomo a merce in questa società di consumo.
Una vasta antologia uscirà a breve in Italia. I testi tradotti sono tratti da Toda Poesia (1950-1999), José Olympio Editora, Rio de Janeiro, 2001, 11ª ed.



(agradeço à autora a autorização para reproduzir aqui esta chamada de atenção para o grande poeta)

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